Indice
- Copertina e Premessa
- Pagg. 01-06
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- Chi era Mastru Predischedda
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non appena tirato su il sipario: ,,Benedittu s’acriore, ch’ er fruttu ’e puru binu...“.
E così per un pezzo, come se quelle note uscissero dalla canna d' un sol organo, la canzone vibrò umanamente sentita... Raccolta in quell’aria e nelle sue forti espressioni, come se al finire d’ogni verso, senza perder punto né mai la voce, dovesse quello fondersi in un solo impasto col secondo... Col terzo e col quarto... Inesauribilmente...
ll fantasma esorcizzato.
Epperò anche qui, venuta l’ora di versare nei bicchieri quel nuovo e sospirato vino, mentre tutto sembrava procedere oramai liscio e senza più inciampi, sorse un altro incidente di cui, anche volendolo, non potremmo fare a meno di non parlare.
Con un dulcis in fundo preparatogli tendenziosamente dagli amici, mentre si apparecchiava pronunciando il suo ,,si possibile est transeat mihi iste calix“ ad assaggiare lo escogido de los escogidos dei vini, ne fu bruscamente impedito. Uno della compagnia (non si seppe mai chi, chè ve l' avrei detto in quest’ ora di amichevoli confidenze); dolentissimo — così almeno si mostrava — di aver dimenticato in quell’ enumerazione e corsa fatta attraverso le bettble non so che nome, pronuncio — vedi fatalità — quello d'un tal Muschittu! ll quale nome, ricordando ivi non so che altre increscevoli circostanze, avrebbe voluto il dicitore, senza potervi pero riuscire, e per quanta vi s’impegnasse con un artefatta simulazione e diligente studio, ricacciare indietro.
Naturalmente, all’ udire lì ed in piena allegria un suono così ostico e repugnante: perocché per tutta la vita colui gli si era presentato come un vero ed insopportabile tormento, Frate Sole si mise tosto sulle difese; e sembrandogli di aver ivi ricevuto tra capo e collo l’annuncio d’una sospensione a divinis non meritata; la quale poteva ciò nullameno lasciargli tracce e reliquati impressionanti, si accinse ad esorcizzare nel miglior modo possibile