Indice
- Copertina e Premessa
- Pagg. 01-06
- Pagg. 07-08
- Pagg. 09-10
- Pagg. 11-12
- Pagg. 13-14
- Pagg. 15-16
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- Pagg. 35-36
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- Pagg. 49-50
- Pagg. 51-52
- Pagg. 53-54
- Pagg. 55-56
- Pagg. 57-58
- Pagg. 59-60
- Chi era Mastru Predischedda
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Stanco in ultimo della sua vita randagia e solitaria, chè non tutte le cose gli andavano secondo i suoi desiderii, frequentava a Nuoro — e ciò per trovar della gente con cui poter discorrere — i cosidetti alberghi di lusso.
Qui signor’Anna Noffer la tedesca, la quale gli fu in tutti i tempi sorella madre e consigliera, apparecchiandogli un posticcino d’onore accanto alle autorità politiche e gallonate del paese, le quali lo apprezzavano e lo stimavano moltissimo, gli permetteva di sbarcare comodamente, a prezzi ridotti e di favore il lunario; e ciò, notisi, anche dopo le innovazioni introdotte agli stipendi; innovazioni che, secondo lui e non a torto, andando più in là d’un magrissimo piatto di fagioli, d'una insalata di ravanelli alla Petella, o di un stinco di carne congelata, non gli avrebbero mai permesso, neppure per ischerzo, una pensione qualsiasi né un modesto trattamento alla carta.
Ciò che posso dirvi con sicurezza é questo: che se tanto al Savoia che all'ltalia, già considerati allora in piena efficenza d'avventori, fosse mancato lui, lui che per tutti quei luoghi era come il deus ex machina e 1’ uomo che aveva per entrambi i siti l'ubiquità di sant’Autonio, si sarebbero senz’altro spenti i lumi o chiusi i battenti per troppa ciassica musoneria.
Era, insomma, l’anima di tutte le cose; talchè crediamo di non andare punto errati dicendo che, ove fosse mancata una sol volta la sua presenza, non si sarebbe più fatto un pranzo in regola, nè compìuta una digestione come Dio comanda.
Poteva considerarsi come il dominus in laetitia; e comechè gli anni gli si addensassero sulla schiena, sì da farlo comparire un po’ invecchiato mentre non lo era, non lasciava il nostro artista, semprechè lo poteva e ne aveva l'opportunità, di rievocare i tempi che furono, e di far valer sempre, con un repertorio inesauribile e una freschezza sincera di colorito e di frasi, il suo ammirabile ingegno: la qual cosa, data la sua forte e sostanziale versatilita d’animo, ce lo tramanderà certamente, più di quello che possano fare queste nostre pagine, alla posterità.
Se l‘arte consiste, come abbiamo ragione di credere, nel rilevare nel modo più acconcio ed eminente il soggetto, senza fronzoli, stiracchiature o paroloni; copiature enfatiche per parer belli, ecc., egli valeva — e non sbagliamo affermandolo — per cento di quei soliti poeti a celere gonfiatura, — nonché per altrettanti di quei professoroni impancati alla Bianchi, i quali poveretti, non possono né potranno mai, ad onta degli sforzi e dei rigurgiti, avere altro di sodo nel cervello che il bollino d'una miserabile laurea!
E volete che non avesse un grande e superlativo valore costui? L’ uomo che scrisse per le sue esequie il discorso e la marcia funebre da suonarsi