Indice
- Copertina e Premessa
- Pagg. 01-06
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- Chi era Mastru Predischedda
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Però, come ben si capisce, bisogna essere giovani per poter così intraprendere, colle ormai note brigatelle del bicchiere, l'anzidetta via crucis alla ricerca delle cosidette chiese.
Posso dirvi allora, a conferma di quanto oggi ne scrivo, che avvenga la cosa sotto la neve oppure sotto l'imperversare della pioggia o del vento, dimentichereste tosto, entrati in quel turbine, anche a volerli ricordare di proposito e con amara carezza, tutti i tristi pensieri... Persino quelli più forti e più e più gravi!...
Ma che cosa è mai la tristezza davanti a un vino che scintilla come il nostro (e qui scintilla davvero come il tabacco di contrabbando messo al fuoco), offertovi da due occhi che superbamente vi sorridono e v'incendiano? Che vi apprendono, mentre sognate o state svegli e pensate, la delizia del vivere e del godere?... Ed è precisamente qui, allorchè una nube vi funesta, vi angoscia o vi attraversa comunque l'anima colla minaccia di sopprimervi o schiantarvi, che vi torna in mente come una benedizione e una provvidenza, il famoso papaliter, l'aedamus cioé et il bibamusa cras enim moriemur di Benedetto XII!
Vini dunque d'incanto e di bellezza sono questi nostri; per loro mezzo soltanto, avvicinandoli alla bocca o fiutandoli, giacché non hanno essi alcuna figurazione simbolica ma una realtà costante, possiamo rivivere nell'estasi del passato e diventare d'un subito – se non lo fossimo mai stati – uomini forti ed agguerriti, disposti dico al sacrificio dell'amore; ma di quell'amore, intendiamoci, che non entra in petto né si comprende ove manchi od esuli per intero l'allucinazione desiderata: quella cioè che proviene dal nettare che serpe fluidamente come linfa ed estrema e poetica dolcezza per le vene.
La donna di Nuoro è magnifica e squisita come ilo suo vino; ma giustappunto per questo, e perchè nata in una terra di granito e di fuoco, non saprebbe amarvi nè concepirvi menomamente se prima non le avrete dato in compenso la prova di sapere fortemente amare come va fatto il paese della forza e del pensiero dedicandovi – almeno per un'ora – ma sempre intieramente e devotamente, alla passione e al godimento di quell'altro altare.